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Città tornata recentemente alla ribalta delle cronache, per via delle distruzioni perpetrate dall'Isis, Palmira rivive nel volume i fasti della sua storia millenaria, specificamente durante l'apogeo che l'ha interessata a cavallo fra il II e il III secolo dell'era cristiana. La monografia consegna al lettore un'immagine completa di questo periodo, focalizzandosi sia sugli aspetti economici, politici e giuridici, sia su quelli letterari, religiosi e culturali. Infatti, come scrive l'autrice, «il floruit di Tadmor va a coincidere intimamente con quello dell'Impero romano. Ne è riprova che i commerci carovanieri nacquero a seguito della pax romana e del conseguente aumento della domanda di beni di lusso provenienti dall'Oriente». L'interrogativo che si vuole sollecitare è dunque come mai esso si collochi proprio in questo range temporale e la risposta che viene proposta, maturata alla luce di un'attenta analisi della storiografia vigente, risiede in alcuni aspetti recepibili dal vaglio delle fonti dirette. Ciò culmina in una riflessione sul mutamento di Palmira da "città carovaniera", dedita ai commerci, a capitale di un vero e proprio imperium orientale con Odenato e in particolare sotto l'egida della regina Zenobia, autoproclamatasi "augusta".